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LEGGENDA I Monti Sibillini restano probabilmente i più leggendari del centro Italia. Forse l' asprezza stessa di quei monti, pervasi dal vento sibilante, divorati da torrenti a precipizio e trivellati da stravaganti fenomeni carsici, ha contribuito non poco a favorire una sequenza di leggende stregonesche e a farne, nei secoli XV-XVI, un luogo celebre in tutta Europa di favoleggiamenti magici e di iniziazioni negromantiche. I nomi di alcune località sembrano confermarlo: Pizzo del diavolo, Fossa dell' Infernaccio, Valle Scura, Passo Cattivo, Passo delle Streghe... Perchè grotta della Sibilla? Intorno allo scadere del secolo XV e all'inizio del secolo XVI si comincia a parlare della grotta come di un luogo magicamente incantato e sede misteriosa di una regina, Sibilla, Alcina o Venere che fosse. Si parla di una trasmigrazione della Sibilla virgiliana dall'antro di Cuma alla grotta dei Sibillini, verificatasi con l' avvento del cristianesimo. E si favoleggia che fosse stata esiliata in un punto orribile dei sibillini, proprio alla bocca dell' Inferno, e che fosse incapace di morire, prima della fine del mondo. Per molti autori, sopratutto tedeschi e francesi, la Sibilla è una Circe ammaliatrice, dedita ad invischiare nelle sue reti cavalieri in cerca di avventure e di amori : una maliarda esperta in arti magiche, con una reggia scintillante satura di lussuria. Altri autori invece la vedono nelle vesti della veggente incontaminata ed è proprio in questa prospettiva, negli autori italiani nasce spontaneo l'allaccio fra la tradizione della Sibilla Cumana e quella della Sibilla appenninica, anche per l'analogia dei luoghi (grotta-lago) e per la diffusione della leggenda virgiliana nel Medioevo. Intorno a questa figura si sono poi sviluppata molte storie, tramandate anche dagli abitanti del posto.
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